Datagate: tutto quello che dovete sapere

In questi giorni tutti stanno parlando di Datagate, noi di Comunicangolo non facciamo eccezione.

Vediamo di cosa si tratta: per Datagate si intende il nome che la stampa ha deciso di dare alla serie di rivelazioni dell’ex tecnico della National Security Agency (NSA) e della Central Intelligence Agency (CIA) Edward Snowden, relative al programma di controllo di massa di U.S.A. e Regno Unito.

I teorici del complotto sostengono da anni la presenza di un controllo da parte degli Stati Uniti, quindi questo “Grande Fratello” è una specie di segreto di Pulcinella.
Le recenti rivelazioni ha comunque fatto infuriare l’Unione Europea, che ha chiesto immediate spiegazioni agli Stati Uniti in merito alle informazioni filtrate sulla stampa.
La commissaria Ue alla Giustizia Viviane Reding ha detto che fra alleati “non si deve fare spionaggio. Non si può negoziare un grande mercato se c’è il dubbio che i nostri partner fanno attività di spionaggio negli uffici dei nostri negoziatori”.
Anche il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha chiesto agli Stati Uniti un chiarimento completo sulla portata dello spionaggio in Europa.
La notizia ha suscitato le reazioni anche di Germania e Francia. “Se le notizie saranno confermate, la vicenda ricorda l’atteggiamento che si teneva tra nemici durante la guerra fredda”.
Ovviamente queste notizie hanno creato un clima politico di incredibile tensione: Barack Obama ha perso buona parte della credibilità che aveva presso l’Unione Europea; e Hollande, Merkel (che sembra essere stata personalmente spiata) e anche il premier italiano Letta si sono dichiarati scandalizzati.
Ma la protesta arriva anche dagli “spiatori”: infatti ci sono state manifestazioni in 100 città americane per protestare contro i programmi di sorveglianza della Nsa.

A quanto pare oltre ai motivi “giustificati” di spionaggio, come per esempio la minaccia del terrorismo, le indagini sarebbero state commissionate anche per valutare la politica estera e la stabilità economica di altri paesi, allo scopo di avvantaggiare l’amministrazione statunitense durante i negoziati per la preparazione di trattati internazionali o accordi di natura economica con altri paesi.

Vediamo brevemente la cronologia di questo scandalo (tutte le informazioni vengono fornite dal Guardian, a parte l’ultima da Der Spiegel):

  • 5 giugno 2013: pubblicati una serie di ordini segreti che la Foreign Intelligence Surveillance Court impartiva a una divisione della Verizon Communication affinché fornisse una raccolta di “metadati” per tutte le telefonate che riguardassero gli Stati Uniti.
  • 6 giugno 2013: rivelata l’esistenza di PRISM, un sistema elettronico clandestino di sorveglianza, che permette alla NSA di accedere a email, ricerche internet e altro tipo di traffico sul web, in tempo reale.
  • 9 giugno 2013: si parla del Boundless Informant, un sistema che dettaglia e “mappa” per nazione tutti i dati raccolti da computer e telefonate.
  • 17 giugno 2013: si scopre che nel progetto di sorveglianza globale è incluso anche il governo del Regno Unito, attraverso l’agenzia di intelligence Government Communications Headquarters; che ha intercettato comunicazioni fra i politici stranieri al G20 di Londra nel 2009.
  • 21 giugno 2013: altri dettagli su Tempora, il programma della GCHQ per monitorare dati di fibra ottica.
  • 25 giugno 2013: il piano “b” di Snowden. Sembra che la talpa ha accumulato altri documenti che verranno diffusi pubblicamente se la sua persona venisse danneggiata.
  • 29 giugno 2013: Der Spiegel scrive che gli USA hanno spiato anche diplomatici dell’Unione Europea.

Insomma, sembra che quello che aveva già profetizzato Julian Assange con la creazione di Wikileaks, pare essersi avverato: i cittadini vogliono un’informazione completa, senza essere all’oscuro di niente (se siete interessati è uscito al cinema Il quinto potere che parla proprio della nascita della piattaforma di diffusione informazioni).

Per capire quello che implicherà il Datagate a livello di rapporti internazionali dovremmo aspettare ancora i prossimi giorni.

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