Tripadvisor: attenti alle vostre recensioni

Tutti ormai conoscono Tripadvisor: con più di 35 milioni di recensioni e 29 milioni di visitatori al sito ogni mese TripAdvisor è il più grande sito di viaggi sul web. Contiene infatti recensioni su alberghi, ristoranti, e attrazioni turistiche.
E’ una piattaforma libera con linee guida abbastanza semplici: per scrivere è necessario dichiarare che la recensione è unicamente frutto della propria esperienza personale e che non si ha alcun rapporto professionale/commerciale con il recensito né, si è stati pagati per scrivere.

Nonostante questo se si visualizza un qualsiasi locale o ristorante spesso si viene sommersi da recensioni negative. Come al solito alcune sono critiche costruttive anche se opinabili (lentezza nel servizio, scortesia del personale…), mentre alcune sono semplicemente frutto di un sottile sentimento di vendetta o risentimento e risultano mordaci o piagnucolose.
Generalmente i ristoratori possono rispondere alle recensioni (gli utenti però non possono più rispondere pubblicamente, cosa che non favorisce il dialogo) o richiedere che venga tolta (anche se Tripadvisor è un sito notoriamente lento su queste cose).

A quanto pare però, pochi giorni fa, un ristorante bolognese ha raggiunto il limite e ha deciso di passare alle vie legali.
Tutto nasce da una recensione negativa ma non troppo (si può dare un massimo di cinque stelle, nella recensione incriminata le stelle erano due) da parte di tale Iskandar339: “Non è ammissibile che vengano applicati cospicui supplementi per l’intrattenimento musicale, anche se questo non è né desiderato né gradito. Non è ammissibile essere serviti dopo ore, e male, solo perché il locale è molto famoso e la gente fa la fila per entrare” e fino a qui nulla di nuovo. “E soprattutto non è ammissibile presentarsi per tre volte di fila e ricevere vino imbevibile. Non parlo di vino cattivo, parlo di vino avariato, roba da creare problemi di salute”.

I proprietari del locale hanno voluto difendersi: secondo loro infatti dire che il vino non è di proprio gusto è un conto, dire che fa male alla salute ed è stato aperto e lasciato all’aria un altro.
Sono ricorsi alla Polizia Postale che ha rintracciato immediatamente l’utente, una professoressa universitaria “recensore super”.
Lei ha definito la questione come di poco conto, ma intanto il locale l’ha querelata per diffamazione, e lei probabilmente si difenderà con una controquerela per calunnia.

Insomma, volendo dare un inquadramento più generale alla vicenda, sembra che un portale nato per condividere le proprie esperienze stia cominciando a dare problemi seri.
Le cause dei problemi vengono riportate addirittura su Wikipedia, e quella che in assoluto dà più fastidio ai ristoratori è che permette commenti anonimi, e non ha alcun mezzo per verificare il controllo sull’effettiva frequentazione del locale recensito o per la rimozione delle calunnie (molti sono i locali che dichiarano “Tripadvisor non è gradito”).
Il Comitas (Coordinamento Microimprese per la tutela e lo sviluppo) sta tentando di difendere la posizione dei locali avviando la campagna “Albergo Sicuro” per difendere gli albergatori da recensioni false o ricattatorie.
Infatti il problema ha risvolti pratici importanti: circa il 30% delle persone danno almeno uno sguardo alle recensioni prima di decidere se andare o meno in un ristorante o in un locale.
E se il passaparola ha sempre avuto un peso importante, quando si scrive pubblicamente su Internet che il tal posto vende prodotti nocivi alla salute la situazione cambia.

Fate più attenzione a quello che scrivete, e prima di pubblicare pensate seriamente se lo sfogo di una serata andata male vale un’azione legale.

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