Facebook vs Canada

Nell’agosto 2013 veniva approvato dal governo di Bucarest un progetto che avrebbe previsto la realizzazione della più grande miniera d’oro in Europa. La società che si dovrebbe occupare del progetto è la Gabriel Resources Ltd e il sito prescelto è la zona di Rosia Montana (Romania). Dopo 15 anni di progettazione, però, qualcuno ha messo i bastoni fra le ruote alla compagnia canadese: che cosa? Facebook. Tutto nasce dalle proteste della popolazione locale rumena che non ha mai accettato l’idea della costruzione della miniera, poiché essa avrebbe rappresentato un danno ambientale notevole per il Paese. Se però le iniziali proteste locali non sortirono l’effetto di bloccare il progetto 15 anni fa, la nascita di Facebook nel 2006 ha significato un grande punto a favore per gli ambientalisti, tanto da rovesciare le sorti del progetto.

Il social network si è rivelato uno strumento low-cost ed efficace per estendere la protesta, coinvolgendo ed informando anche coloro che non abitano in zona (o che addirittura vivono in altri Paesi). Il passaparola innescato da Facebook si è rivelato un fiume in piena che ha permesso l’organizzazione di proteste in piazza con un’affluenza di attivisti nettamente superiore a quella registrata nei cortei prima del 2006. Il numero così alto di partecipanti, la notorietà che su Facebook ha avuto la notizia e la diffusione di questa anche attraverso nuove forme di social network (ad esempio Twitter) hanno fatto sì che il governo di Bucarest non sia potuto rimanere indifferente alla voce dei suoi cittadini, al punto che a ottobre 2013 il progetto minerario è stato bloccato una prima volta, una seconda volta a novembre e una terza a dicembre.

La società Canadese non si dice sconfitta e al momento sta cercando un appoggio tra alcuni membri del parlamento rumeno. La questione resta aperta, ma senza ombra di dubbio ci offre diversi spunti di riflessione, uno dei quali è senza dubbio l’importanza che i social network stanno acquisendo non solo per le nostre vite private ma anche per la nostra vita sociale. Post di stampo politico, ambientalista, animalista o più in generale sociale sono all’ordine del giorno sulla home e sulle bacheche di Facebook. Non vogliamo dilungarci sui motivi di questo fenomeno. Ci basti al momento considerare quale grande potenzialità rappresentano oggi i social network per la popolazione, per far sentire la sua voce, per ottenere un riscatto sociale, per fare del bene. Appare ovvio considerare il fatto che uno strumento di comunicazione e “aggregazione” come Facebook debba sempre essere utilizzato con responsabilità, poiché, se è vero che può essere sfruttato dai cittadini per ottenere risposte e benefici dalla classe politica, può anche essere sfruttato per ledere ingiustamente sia i singoli cittadini sia intere comunità.

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