Esame di Maturità 2014

E’ tempo di maturità per mezzo milione di studenti delle scuole superiori. L’esame di Stato è iniziato il 18 giugno 2014 con la prima prova scritta, cioè il tema di italiano. Come ogni anno, gli studenti hanno avuto la possibilità di scegliere tra diverse tipologie di tracce: analisi del testo, redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale, tema di argomento storico o di ordine generale.

Il 19 giugno, invece, gli studenti hanno affrontato la seconda prova, che varia a seconda dell’indirizzo scolastico: ad esempio, al liceo classico i ragazzi si sono dovuti confrontare con la versione di greco, mentre allo scientifico è stata richiesta la risoluzione di integrali e studi di funzione.

Dopo una pausa di un paio di giorni, il 23 giugno gli studenti dovranno affrontare la terza prova scritta, nota più come il “quizzone”. Si tratta di una prova che verte su cinque materie, con quesiti a risposta multipla o aperta. A differenza delle prime due prove, la terza prova scritta è l’unica a non essere stata preparata dal Ministero dell’Istruzione.

Infine, l’ultima fatica dell’estate sarà l’esame orale che, in linea generale, si svolge una settimana dopo le prove scritte. Gli studenti sosterranno un colloquio di 40 minuti, in cui dovranno esporre la propria tesina e rispondere a domande inerenti al programma dell’ultimo anno delle superiori.

Da sempre la maturità fa tremare centinaia di migliaia di studenti, che affrontano le prove con uno “studio matto e disperatissimo”. Analizzando i dati, sembra proprio trattarsi di una paura immotivata: infatti, viene promosso circa il 99,1% degli studenti che sostengono la maturità. Se quasi tutti gli studenti vengono promossi, qual è la finalità dell’Esame di Stato? Nasce quindi la polemica sull’utilità e sugli sprechi della maturità. Infatti, secondo il sito Studenti.it, un noto portale dedicato agli studenti scolastici e universitari, ogni anno l’esame di maturità costa ai contribuenti 60 milioni di euro. Tale somma serve per lo più a coprire i costi delle commissioni d’esame, i costi di cancelleria e del lavoro dei collaboratori scolastici.

Secondo molti, quindi, la maturità rappresenta uno spreco di risorse che, invece, potrebbero essere impiegate nell’edilizia scolastica, nell’acquisto di strumenti didattici o nelle attività di formazione e di aggiornamento dei docenti. Inoltre, si tratta di un esame il cui risultato non viene preso in considerazione nella maggior parte dei casi: infatti, il voto non è vincolante né al lavoro né ai test di ingresso per l’università.  Dunque, non sarebbe meglio prendere esempio dagli altri paesi europei, dove gli studenti vengono valutati per il loro intero percorso scolastico e non per un esame che dura soltanto tre giorni?

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