Bentornato sulla Terra, Parmitano

Torna a casa Luca Parmitano, 36 anni, maggiore dell’aeronautica militare e primo italiano a godersi una passeggiata nello spazio.

L’astronauta, originario di Catania, era partito sei mesi prima per la missione “Volare” così battezzata in onore dell’omonima e celeberrima canzone di Domenico Modugno, lasciando sulla terra la moglie e due figlie.

È stata particolarmente sentita questa missione per il Bel Paese, non solo per la partecipazione di un astronauta nostrano, ma anche perché è stata la prima missione di lunga durata sulla Stazione Spaziale Internazionale che la NASA ha assegnato all’ASI (l’Agenzia Spaziale Italiana).

Parmitano, in orbita dallo scorso 29 maggio, è finalmente rientrato concludendo così la sua missione dopo un atterraggio piuttosto brusco nel Kazakistan della Sojuz TmA-09M, la navicella che lo ha accompagnato in questo incredibile viaggio.

L’arrivo, puntuale alle 3.49 ora italiana, dopo la lunga discesa appesa al suo paracadute principale alla velocità di sette metri al secondo, è stato accompagnato da un po’ di ansia a causa di una fiammata finale che però non si è rivelata pericolosa, ma che ha spaventato gli spettatori che stavano assistendo all’atterraggio.

Fortunatamente è stato un vero e proprio happy ending, che ha sollevato la famiglia e tutti i suoi follower. Parmitano, infatti, durante il suo soggiorno nell’universo, ci ha regalato suggestivi scatti dallo spazio, poi divulgati attraverso il suo profilo Twitter (che ha raggiunto in poco tempo più di centomila follower) che ritraggono paesaggi che vanno da quello esotico della Patagonia a quello più familiare del Lago di Garda. Ma in particolare si ricorda quello dell’aurora boreale sul Polo Nord, che ha lasciato a bocca aperta molti dei suoi fan.

Tornato con i piedi (letteralmente) per Terra il cosmonauta dichiara: “Non è facile riadattare il corpo alla gravità, ci vogliono una decina di giorni per rimettersi in sesto e tre settimane per recuperare del tutto.”

Tant’è vero che, in via precauzionale, per i primi venti giorni gli astronauti che finalmente tornano a casa non possono nemmeno mettersi alla guida dell’automobile e, in alcuni casi, ci vogliono settimane per tornare a camminare come prima: è necessaria molta cautela per evitare fratture che potrebbero essere causate dallo sbalzo di gravità.

Ma ne è valsa la pena, un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’Italia.

Pin It