Gioventù Ribelle: FLOP del videogioco patriottico

L’hanno definito come il “peggior videogame sinora prodotto nella storia dei videogame”.

Molti forum di siti internazionali si sono scagliati contro il gioco ideato dal ministro Meloni e creato appositamente per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Sembra che “Gioventù ribelle”, il videogioco presentato alcuni giorni prima della celebrazione al Museo Maxxi di Roma, durante una entusiastica cerimonia, in cui erano presenti anche figure di spicco, come Giuliano Amato e il ministro della salute Ferruccio Fazio, oltre alla già citata Meloni, non abbia trovato consenso dal  target su cui doveva fare colpo. In effetti, i giovani hanno sottolineato la scarsa veridicità all’interno del gioco, dove vi sono troppe morti e un linguaggio completamente “rivoluzionato”, fatto di traduzioni errate (il grido “Savoia!” lo si è tradotto con “Rampage!” che significa “furore”) che non rispecchia quello di fine Ottocento.

Un’altra osservazione che è scaturita dall’opinione adolescenziale (e non solo) all’interno dei forum è che l’ irrealtà stessa del videogame ha fatto si che vi si raccontasse una storia che non riproduce quella che tutti noi oggi studiamo sui libri di scuola. Insomma, si voleva creare un passatempo che insegnasse e avvicinasse i giovani al ricordo storico del loro Paese, “un gioco per raccontare la storia ai giovani con il loro linguaggio” come ha dichiarato la stessa Meloni, ma ne è venuto fuori soltanto un “garbuglio storico” che ha sollevato polemiche e critiche. Persino su Youtube sono comparsi video-parodia che scherniscono alcune scene del videogame.

Ma in tutto ciò si fa largo un’ idea preoccupante: il potere del Web è in una fase di crescita esponenziale. La sua velocità nel giudicare, nell’orientare e nel promuovere il gioco in modo negativo, ha suscitato nell’opinione pubblica quella delusione che ha stigmatizzato “Gioventù Ribelle” come un puro flop logistico, istruttivo, tecnologico oltre che economico. Un gioco che era sorto con propositi tutt’altro che disfattisti.

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