Coccole: ora hanno dei nervi sensoriali

È un dato di fatto che le carezze e le coccole fanno bene. Ora però la conferma arriva da una ricerca svolta presso il Liverpool John Moores University, Inghilterra, pubblicata di recente su Neuron. Secondo i ricercatori esistono delle terminazioni nervose che rispondo esclusivamente a sfioramenti e tocchi delicati propri delle carezze, questi nervi vengono chiamati nervi a conduzione lenta.

Secondo gli studi dei ricercatori inglesi, i neuroni a conduzione lenta sono privi di mielina e quindi non inviano proiezioni alla corteccia somatosensoriale, ma a strutture cerebrali coinvolte nella gestione delle emozioni e dell’affettività. Questa scoperta conferma di quanto il contatto fisico, già nella prima fase d’infanzia dei neonati, sia importante.

Si pensa, che i soggetti affetti da autismo, siano proprio carenti di questi input nervosi, e per questo anche solo il contatto degli abiti gli provochi fastidio. A questo scopo il lavoro dei ricercatori si muove nell’esigenza di mettere a punto tecniche specifiche di contatto, che possono, in qualche modo, eliminare il senso di fastidio provocato da coccole e carezze, difatti spesso questi soggetti sembrano sfuggire al contatto.

Francis McGlone, uno degli autori dello studio, afferma che “questi nervi ricoprono un ruolo di primo piano nei rapporti umani, seppure ai giorni d’oggi le carezze vengono sempre più  trascurate nell’era dei rapporti virtuali”. Proprio perché ricoprono un ruolo importante, tramite un serie di tecniche hanno cercato di caratterizzare tali nervi; dalle carezze a un neonato alle rassicurazioni con una pacca sulla spalla, per mettere a punto terapie specifiche nei casi in cui le carezze provochino sensazioni opposte al piacere.

Gli studi delle ricerche nel campo delle neuroscienze sociali, sono state sempre propense a concentrarsi sui canali visivi e uditivi come percorsi di formazione sociale. Tuttavia, la pelle oltre ad essere l’organo più esteso del nostro corpo, è sede di eventi e processi cruciali che influenzano il nostro modo di pensare, sentire e interagire l’uno con l’altro. Il contatto è un mezzo di percezione sociale di vari modi, per esempio i pazienti che vengono accolti, e quindi toccati, da un infermiere il giorno prima di un intervento chirurgico, hanno un livello di stress minore rispetto a un paziente che non riceve il medesimo trattamento. Il tocco gentile di una carezza è dimostrato che abbassa la pressione sanguigna, aumenta i riflessi del sistema nervoso simpatico e aumenta la soglia del dolore.

Si pensi che un semplice abbraccio ci provochi un senso di benessere, anche se fatto da uno sconosciuto come accade con la Free Hugs Campaign, nata a Sydney nel 2004 acquistando notorietà a livello mondiale solo nel 2006, grazie a un video su YouTube. Lo scopo dell’iniziativa degli abbracci gratuiti era semplicemente quello, di offrire un atto casuale di gentilezza disinteressata. Oltre al senso di imbarazzo nel abbracciare un perfetto sconosciuto l’iniziativa dava un senso di benessere oltre che di divertire il passante; con i tempi che percorrono sarebbe un ottimo modo di migliore le giornate di molte persone!

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